La Commissione europea nel dicembre 2019 ha presentano un nuovo piano d’azione chiamato European green deal, per sostenere nei prossimi anni una crescita economica sostenibile. Ha promosso in particolarmente la riduzione dell’inquinamento e l’uso corretto delle risorse.
Ambiente e la ripresa economica
L’obiettivo dell’Europa e dei Paesi membri è quello di proporsi a tutti gli effetti come guida nel mondo per i temi legati al rinnovamento green, divenendo il primo continente a livello globale con un impatto climatico zero entro i prossimi trent’anni e più esattamente nel 2050.
L’European green deal in tale contesto riconosce un ruolo principale all’economia circolare per salvaguardare l’ambiente e la ripresa economica.
Rinnovamento sostenibile, da dove arrivano i contributi?
Le risorse messe a disposizione, rappresentano una vera e propria opportunità prima di oramai verificatasi e sono state stanziate appositamente per favorire una ripresa economica reale del Paese. Per la buona riuscita del progetto e per ottenere un rinnovamento sostenibile saranno fondamentali anche i contributi derivanti non soltanto dal settore pubblico ma anche dalle singole industrie. In passato d’altronde sono state perse troppe occasioni e questa viene vista come l’unica possibilità per l’Italia di cambiare strada e voltare pagina.
Nello specifico, per quanto concerne il Bel Paese, la nazione dovrà entro il 30 aprile dell’anno in corso, presentare il Piano nazionale di resilienza e ripresa per poter accedere in modo automatico ai fondi messi a disposizione dal Next generation Eu.
Nel complesso i soldi da destinare all’Italia sono oltre 200 miliardi di euro e il 30% di essi dovrà essere destinata alla transizione ecologica, un tema che sarà centrale nel governo con Draghi.
Recovery Plan e sicurezza sul lavoro
L’opportunità di accedere alle risorse del Recovery plan inoltre potrà rivelarsi fondamentale per supportare concretamente gli investimenti in numerosi progetti innovativi e considerati ad alto rischio, che spesso le aziende non sono disposte a supportare nel loro complesso senza avere un contributo dell’investimento. Rientrano in questo gruppo ad esempio l’economia circolare e gli impianti waste-to-chemical, che in qualche modo potrebbero fornire una mano per chiudere il ciclo del settore legato all’ambiente. Verrà ridotti così infatti lo smaltimento delle discariche in cui finiscono tutti quei rifiuti non più utilizzabili, producendo al contrario bio combustibili.
Un’altra parte della copertura finanziaria per il Recovery Plan potrebbe aiutare le imprese presenti in Italia a portare avanti con maggiore diligenza gli impegni verso l’innovazione con un impatto positivo sull’ambiente. Tra di questi rientrano i sistemi di teleriscaldamento urbano e il ciclo idrico in quelle aree non troppo popolose e ritenute essere di pregio ambientale.
Il Recovery plan potrà così offrire maggiore sicurezza sul lavoro, facendo anche da volano all’intero settore delle multiutility. Qui si cercherà in particolar modo di rafforzare le solide capacità industriali, rinnovamento le imprese. Ogni investimento inoltre che verrà realizzato dalle utilities verso infrastrutture green, produrrà un effetto moltiplicatore sul Pil.
Le utilities possono dare vita ad investimento per un totale di 50 miliardi in cinque anni ed attivare di conseguenza 400 mila nuovi posti di lavoro. Il recupero sarà evidente quindi in poco tempo e verrà fornito il giusto supporto verso l’avvio di nuove filiere.
Il Gruppo Iren ad esempio prevede di realizzare ben otto impianti di recupero e trattamento della materia e sette impianti di depurazione entro e non oltre il 2025.
Per vedere realizzati questi progetti e usufruire al massimo degli investimento e del denaro stanziato dell’Europea, occorre continuare a sburocratizzare tutti i processi autorizzativi legati agli impianti. E’ necessario infatti assicurare delle tempistiche più certe e rapide possibile con regole sicure e stabili. Al contrario, se ciò non dovesse realizzarsi, l’unica occasione per rendere l’Italia un paese più green e di conseguenza più efficiente sotto l’aspetto economico, verrebbe smorzata da un sistema ormai completamente inefficiente.